Durante la prima guerra mondiale, Pertini combatté sul fronte dell’Isonzo e, per diversi meriti sul campo, fu proposto per la medaglia d’argento al valor militare nel 1917, ma essendo stato segnalato come simpatizzante socialista su posizioni neutrali, l’onorificenza gli fu conferita solo nel 1985. Nel primo dopoguerra aderì al Partito Socialista Unitario di Filippo Turati e si distinse per la sua energica opposizione al fascismo. Il 7 aprile 1917, tuttavia, venne inviato sul fronte dell’Isonzo e, a seguito di una direttiva del generale Cadorna che obbligava i possessori di titolo di studio a prestare servizio come ufficiali, frequentò il corso a Peri di Dolcè. Seppur in possesso della licenza ginnasiale, prestò inizialmente servizio come soldato semplice, essendosi rifiutato, come molti altri socialisti neutralisti del periodo, maglie da calcio belle di fare il corso per ufficiali. In Italia invece venne soprannominato Lo Zingaro per le numerose squadre in cui ha militato nel corso della carriera.
Esponente democratico e riformista del socialismo italiano, durante la sua carriera si prodigò per la crescita del PSI e per l’unità dei socialisti italiani, opponendosi strenuamente alla scissione del 1947 e sostenendo la riunificazione delle sinistre. Sandro Pertini, molto legato alla madre Maria Giovanna Adelaide Muzio, nata a Savona il 20 dicembre 1854 e morta a Stella il 31 gennaio 1945, fece i primi studi presso il collegio dei salesiani «Don Bosco» di Varazze, poi al Liceo Ginnasio «Gabriello Chiabrera» di Savona, dove ebbe come professore di filosofia Adelchi Baratono, socialista riformista e collaboratore di Critica Sociale di Filippo Turati, che contribuì ad avvicinarlo agli ambienti del movimento operaio ligure. Comunque siano andate le cose, è certo che a partire dall’estate del 1924 Pertini fu iscritto al Partito Socialista Unitario di Filippo Turati, di ispirazione riformista. Per sfuggire alla cattura, nell’autunno del 1926, espatriò clandestinamente in Francia assieme a Filippo Turati, con un’operazione organizzata da Carlo Rosselli e Ferruccio Parri, con l’aiuto, tra gli altri, di Camillo e Adriano Olivetti. Nell’aprile 1945 partecipò agli eventi che portarono alla liberazione dal nazifascismo, organizzando l’insurrezione di Milano e votando il decreto che condannò a morte Mussolini e gli altri gerarchi fascisti.
Divenne in seguito una delle personalità di primo piano della Resistenza e fu membro della giunta militare del Comitato di Liberazione Nazionale in rappresentanza del PSIUP. Sempre nel 1920 Pertini aveva fondato a Stella la locale sezione dell’Associazione Nazionale Combattenti, divenendone il primo presidente: un incarico che avrebbe ricoperto fino al maggio del 1922, maglia piu bella calcio succedendogli poi suo fratello Pippo. Il gruppo «Ultras Grigi» si sciolse ufficialmente dopo la retrocessione in Serie C2 del 1998 e il nome riunisce oggi, convenzionalmente, un certo numero di gruppi distinti (Supporters ’99, Sbrinza’s, Gentaglia, Sezione Birre Vuote, Mandrogni Settore Popolari, Brigata Spinello, Nuove Leve). Dopo aver trascorso l’ultimo anno del conflitto nel settore del Pasubio, durante il quale venne anche nominato tenente, il 4 novembre 1918 fece ingresso a Trento alla testa del suo plotone di mitraglieri. 1918, al termine del primo conflitto mondiale, si sarebbe iscritto al Partito Socialista Italiano presso la federazione di Savona. I registri dei verbali del Consiglio Comunale di Stella testimoniano però che Pertini venne eletto consigliere comunale di quella località il 24 ottobre 1920, facendo egli parte di una lista composta da esponenti dell’Unione Liberale Ligure, dell’Associazione Liberale Democratica, del Partito dei Combattenti e del Partito Popolare Italiano.
Contribuì a ricostruire il vecchio PSI fondando insieme a Pietro Nenni e Lelio Basso il Partito Socialista Italiano di Unità Proletaria (PSIUP). Inoltre (sempre secondo quanto riportato nei siti web della Fondazione Pertini e del Circolo Pertini di Genova), nel 1919 sarebbe stato eletto consigliere comunale a Stella nella lista socialista. Il cammino albanese nell’europeo termina, però, nuovamente alla fase a gironi: inserita in un girone difficile con tre nazionali collocate nei primi 10 posti del ranking FIFA (Spagna, Croazia e Italia), l’Albania ottiene solo un punto, grazie al pareggio per 2-2 con i croati nella seconda partita, e si piazza ultima nel girone, avendo perso contro italiani (1-2) e spagnoli (0-1). Nella gara contro gli azzurri l’Albania stabilisce il primato del più veloce della storia della fase finale del campionato d’Europa, con Nedim Bajrami, a segno dopo 23 secondi di gioco. Assicurati di mantenere un tono amichevole e informativo nei tuoi video per coinvolgere i tifosi.